domenica 7 ottobre 2007

Giorno senza tempo

Devo essermi addormentata intorno alle quattro del mattino ma mi sveglio presto, come al solito.Non sono a casa mia, strano.Non riconoscere un posto appena svegli è una sensazione frequente, ma in questo caso proprio non sono nel mio letto.Resto un po' indecisa sul da farsi. Normalmente, dopo vari stiracchiamenti, mi sento costretta a lasciare che la giornata cominci. Di solito, insieme alla coscienza, arriva anche l'ansia: devo alzarmi, muovermi.In questo letto caldo però si sta bene. Mi muovo e sento sulla mia pelle, leggermente sudata, un'altra più fresca; non sono sola.Lui dorme ancora, pacifico.I miei pensieri cominciano a rumoreggiare e distraggono un po' il suo sonno, lui si gira e mi abbraccia, mi tira con la gamba destra sotto di sé e si abbandona a peso morto.Non sopporto rimanere a letto quando ormai sono sveglia, ma mi sento dominata dalla volontà che anche dormendo quest'uomo esercita su di me. La accetto in modo totalmente incondizionato: non mi posso muovere o rischio di svegliarlo.Un po' di voglia di interrompere il suo sonno e sostituirlo con le mie chiacchiere ce l'ho, ma subito cambio idea. Chissà che sensazione gli farebbero, di prima mattina, le mie elucubrazioni. Lo sfioro e mi accorgo che ha una lieve erezione.Mi immobilizzo, accoccolata sotto di lui, cercando di non respirare forte.Da fuori filtra un po' di luce.Cerco di scivolare di nuovo nel torpore del sonno ma ho caldo e devo fare pipì. Resisto.Stare nascosta qui mi piace, anche se gli equilibri precari della mia vita si ripresenteranno a breve, puntuali. Mi assalgono pensieri di problemi assurdi, alcuni me l'invento di sana pianta. Dormire. Lo desidero tanto, ma non ci riesco, mi mette in stato d'agitazione. Avrei voglia di accarezzarlo, ma non voglio assolutamente che si svegli.Lui è un buon esempio di rilassatezza. Mi fa impazzire, io sono sempre sul chi va là, mi controllo di continuo, forse per paura di scapparmi via.Basta, mi alzo.I piedi, a contatto col pavimento freddo, mi si ghiacciano in due secondi. Apro piano la porta di questo nido surriscaldato che odora di notte e la richiudo dietro di me, cercando di fare meno rumore possibile.La cucina sembra invasa di luce, rispetto al buio che c'è di là.Vado in bagno e mi siedo sulla tazza del cesso con le gambe penzoloni, guardo la porta che non si chiude bene.Ho la bocca secca e le gambe intorpidite, ieri troppo vino e.All'improvviso tutto mi risale in mente, poi mi va nella pancia.“Che meraviglia” mi dico, ripassando a memoria un paio di minuti.Mi guardo allo specchio, ho qualche livido e un po' di sperma si è seccato sulla pancia; lo gratto via con l'unghia.Resto sotto la doccia almeno venti minuti, riempio il bagnetto di fumo e condensa, mi asciugo, non trovo il phon, mi sembra così strano essere qui.Resto in giro perplessa, con i capelli bagnati mi viene subito freddo, non so bene che ho voglia di fare. Quasi quasi vado via, tanto lui dorme.Schiaccio il naso contro la finestra, freddo umido per niente invitante, il clima di questa città non aiuta la mia cronica indecisione.Faccio un tè, scelgo qualche fumetto tra quelli sparsi in giro, metto una X su quelle due o tre cose che potrei/dovrei fare e scappo di nuovo a letto.Non voglio che oggi cominci.La luce che entra dalla finestra è troppo lieve per leggere, io non mi azzardo ad accendere quella in camera.Guardo ogni tanto i capelli chiari e sottili che spuntano dalle lenzuola. Quest'uomo ha un sonno profondissimo, mi affascina, è pieno di movimenti e suoni; sogna tanto. Ieri sera prima di addormentarsi ha fatto dei piccoli scatti, come se i muscoli perdessero forza, poi è diventato più freddo.Fuori, rumori della città in movimento; dentro tutto fermo, senza tempo.Appoggio la tazza per terra e scivolo lentamente nel dormiveglia.Quando riapro gli occhi, siamo ancora più intrecciati, gambe e braccia.Mi viene di nuovo voglia.Controllo l'ora sul display verde del videoregistratore, le due passate. Titubante gli sfioro le labbra semiaperte.Lui riemerge dal letargo.“Ciao bambolina” mi dice.Sorrido, il biondo e l'azzurro mi invadono gli occhi.Sono contenta di aver resistito all'istinto di andare via prima che si svegliasse.Vicinissimi, occhi negli occhi, lascio che la mia bocca un po' gonfia si deformi nella sua; solletico di baffi.Faccio scorrere una mano nel caldo del letto, tutto è come l'ho lasciato. Cominciamo piano ad accarezzarci.Penso alle persone fuori, a lavoro da ore, e noi ci rotoliamo nelle lenzuola. Quasi quasi mi vergogno.Mi viene in bocca e sulla faccia, “Brava bimba mia”, dice.Mi abbraccia, con un fazzoletto bagnato mi toglie tutto l'umido che ho addosso e mi trascina sotto le coperte, mi accarezza i capelli.Sento che potrei addormentarmi di nuovo.Posso?Davvero?Mi innervosisco, muovo le gambe, non so se ci riesco.“Dormi un altro po'”, dice lui con la voce già di sonno, infatti si riaddormenta subito.Se potessi riposarmi anch'io così, svegliarmi lenta e stupita, caduta sul letto da chissà che posti.Sospiro, non c'è più granché da fare, la giornata è quasi andata, devo convincermi di questo, magari riuscire a esserne contenta.Invece sono impaziente.Faccio per alzarmi, lui mugugna qualcosa, forse “Dove vai”, poi più chiaramente, “Ho fame”.Sorrido di nuovo. Ha ragione, anch'io ho fame.Mentre mi faccio la seconda doccia lui prepara la colazione, si è offerto, dice che vuole cucinare per me, nutrirmi.La pausa pranzo in realtà è finita da un pezzo, ma almeno così torno un po' in ordine con le azioni della giornata e non mi preoccupo troppo.A lui gli salta un appuntamento in serata, sono felice o no?Non so decidere.“Fa' una canna, va”, dice un po' scazzato ma sorridente.Non lo conosco bene, non mi sembra da lui, ma mi piace, è proprio quello che ci vuole.Chiacchieriamo, come fossimo tra il primo e il secondo tempo di un film.È andata finalmente.Questa giornata non è cominciata affatto.La luce diminuisce. Tra un po' sarà ancora notte.Noi torniamo a letto.

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